IL SUONO DELLA MUSICA
<<Some artists belive that Fazioli makes the best pianos in the world>>. The Economist, 5 Giugno 2003

Paolo Fazioli, classe 1944, è un ingegnere meccanico diplomato al Conservatorio di Pisa, fondatore e proprietario di un’azienda fortemente voluta, nata dalla sua grande passione: costruire pianoforti.
La risposta che ebbe da conoscenti e, soprattutto, dai genitori, nel 1979, riguardo la volontà di costruire pianoforti in Italia (trasformando parte dello stabilimento dell’azienda di famiglia, Mobili Italiani Moderni, locata a Sacile, PN) fu tutt’altro che accondiscendente: “Sei pazzo. Chi te lo fa fare”?
In Paolo Fazioli erano, d’altro canto, chiari sia i propositi sia la determinazione: voleva creare i migliori pianoforti del mondo.
Come riuscire, tuttavia, ad interfacciarsi con un mercato dominato da storici brand, da Bösendorfer a Steinway, da Yamaha a Bechstein e, ancora, a battere la concorrenza e aggiudicarsi il gradino più alto del podio?
La tattica fu quella di proporre solo pianoforti di qualità molto elevata, puntando non sulla potenza o la risonanza, quanto sulla lunghezza e la persistenza del suono; cercare quindi di dare vita ad uno strumento pieno di sfumature capaci di produrre un suono raffinato ed elegante, come il belcanto italiano.

Fazioli inizia dunque a lavorare con un esperto del legno, due artigiani produttori di mobili ed uno specialista di acustica al primo pianoforte, innovando riflettendo sulle tecniche produttive dello strumento scelte dai produttori in più di trecento anni di storia.
I materiali usati sono i più ricercati e nobili: per la tavola armonica, abete rosso della Val di Fiemme (lo stesso che ha reso leggendario Stradivari); leve, feltri e martelletti sono curati nei minimi dettagli.
È anche per questo che la produzione è limitata a circa 120 pianoforti l’anno, contro, ad esempio, gli oltre tremila di Steinway: la diminuzione della variabile quantità, che poco interessa alla casa, permette agli artigiani di avere sotto controllo tutti i pianoforti, uno ad uno, in modo tale da arrivare a produrre uno strumento impeccabile in toto. Questo anche perché il processo di produzione del singolo pianoforte è oggettivamente molto lungo: settecento ore di lavoro, più di due anni da quando il legno entra in azienda, senza contare i periodi di riposo che intercorrono tra una fase produttiva e l’altra, essendo il legno un materiale vivo, che necessita di adattarsi naturalmente.
I modelli sono sei, dall’F156 (dove il numero indica la lunghezza in centimetri e la lettera il nome della casa) all’F308; il listino ha un price range tra i sessanta e i centoventimila euro, personalizzazioni escluse.
Non mancano tuttavia modelli speciali, dai più classici (modello Strauss) ai più sfarzosi (modello Malachite, con intarsi in legni naturali e colorati, madreperla e pietre dure) a vere e proprie sculture di design (modello M. Liminal, la cui forma ricorda la silhouette di un’onda e un’unica gamba centrale tiene lo strumento fisso al pavimento).
Strauss

Malachite
M. Liminal

Carlo F. M. INVERNIZZI